IL RACCONTO DI DANIEL, IL VIDEO DI SIMONE , LA MARATONA DI TREVISO. PASSO DOPO PASSO LA STORIA DI QUESTI 2 RAGAZZI, 2 QUASI RUNNER, 2 ATLETI DI EMME RUNNING TEAM, 2 NOSTRI AMICI MA PRINCIPALMENTE 2 “FRATELLI”.
DA QUASI RUNNER A MARATONETA
“La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”
Sembrerà una citazione banale, ma vi assicuro che questa frase mi rappresenta al meglio. Mi spiego: questo è il racconto di un ragazzo che fino a un paio d’anni fa lo sport lo vedeva solo in tv, canale 200 di Sky. Uno che adorava guidare il suo camion, bere, mangiare, fumare e dormire. Tutto a dismisura. Una vita che mi piaceva e molto anche. L’unico problema era dover aumentare la taglia dei vestiti di anno in anno. Poco male pensavo. Tutto iniziò una sera di luglio, ennesima grigliata da me con gli amici. Rivedo Luca, cugino acquisito, dimagrito vistosamente. Preoccupato gli chiedo come sta. “Benissimo” risponde lui “ho ripreso a correre”. Folgorato da questa risposta, rivedo sulla mensola della cucina la lettera con cui solo due giorni prima ero stato sospeso dai donatori di sangue perché la transaminasi era troppo elevata. Quel giorno pesavo 95kg. Decisi in quel momento che avrei cambiato la mia vita, in tutti i sensi. E così fu. Dal giorno dopo iniziai le uscite giornaliere per i primi km di camminata con qualche ridicolo accenno di corsa, subito stroncato da milza e fegato che chiedevano pietà. Ma la volontà e la testardaggine non mi hanno fatto demordere. Dieta e corsa. Le cose miglioravano rapidamente e la soddisfazione aumentava. Fondamentale il fatto che mio fratello Simone aveva iniziato a correre già da qualche mese e che un caro amico e collega Fabio, abbia manifestato la volontà di fare qualche corsetta insieme. Le marcette della domenica erano diventate un appuntamento quasi imperdibile e i chilometri aumentavano così come le distanze che riuscivo a tenere. Nacque l’idea QUASIRUNNERS, un modo per prendere un po’ in giro il gruppetto che stava nascendo (le prestazioni non sono di certo da Top Runner ma in quanto a determinazione e forza di volontà, non siamo secondi a nessuno). Festeggio i primi 1000km e decido di mettermi alla prova affrontando qualche mezza maratona competitiva. La sfida con te stesso è il motto dei Q.R. La distanza regina mi aspetta, ma in cuor mio sono terrorizzato da una distanza simile e tento di rimandare il più possibile il momento in cui dovrò affrontarla. La proposta di Simone Fabio e Livio di partecipare alla Treviso Marathon 1.2. mi ha fatto capire che il momento era arrivato. Il sogno che aspettavo da anni si stava per realizzare. Ora si fa sul serio. Ora entro in modalità Forrest Gump. La barba cresce a dismisura così come i capelli tanto che finisco per assomigliare più a Gesù che a Tom Hanks. Affronto lunghi e lunghissimi in modo ridicolo e drammatico. Sono euforico o piango. Non oso pensare a cosa succederà il primo marzo, ma il supporto di quella santa di mia moglie e dei miei tre stupendi figli, l’amicizia dei quasirunners e l’apporto fondamentale di tutto il team Emmerunning, mi fanno proseguire in quel cammino iniziato ormai tantissimi chilometri fa. Ci siamo.
La mia prima maratona inizia già il venerdì, in quanto delegato dagli amici a ritirare pettorali e pacchi gara in piazza Borsa a Treviso. Accompagnato da mia moglie e da Sergio detto Mr.100, assaporo il clima che circonda un evento così importante. Il sabato lo passo al lavoro fino a sera, dove ogni10 minuti ricevo la visita di amici e conoscenti che mi ricordano tutti di stare tranquillo e di non pensarci. La notte trascorre tranquilla e alle 6 sono già in cucina dove tutto è già pronto dalla sera prima. Non resta che vestirsi e andare da Livio che ci avrebbe fatto da autista fino a Conegliano. Ripasso la tattica che ho in mente per arrivare sano e salvo a Treviso: vorrei tenere il passo dei pacer delle 4:15:00 fino al 30°km per poi sperare di tagliare il traguardo in quattro ore e mezza circa. Saluto Livio e Fabio, venuti qui per fare il Personal Best e sto vicino a mio fratello che sebbene infortunato ha deciso di farmi da balia dal primo all’ultimo metro. Ultima gabbia, resto in fondo. Sento solo lo speeker che urla “TREVISO NON E’ POI COSI’ LONTANA!”. Mi commuovo e inizio a muovere i primi passi. Godo dello spettacolo offerto dal pubblico che applaude, ammiro i palazzi e le vie di Conegliano addobbate a festa e subito ci ritroviamo in campagna. Rido e scherzo con i bambini e gli anziani a bordo strada. Musica a 180BPM e via con i km. 10,15,21……. La mia gara inizia ora, ora mi ritrovo solo con i miei pensieri anche se so che mio fratello si trova sempre un metro a fianco a me, pronto a darmi un consiglio o un’incitamento. Una contrattura mai passata inizia a farsi sentire troppo presto, ma sono preparato ad affrontare e superare quel dolore che mi accompagnerà fino alla linea del traguardo, dove mi attende ansiosa tutta la mia famiglia. Inesorabile il muro dei 30 bussa alla mia porta e subito cedo sotto i suoi colpi e al sorpasso dei Pacer 4:15:00 Vanno via subito portando con sé anche un po’ della mia lucidità. Simone è lì, che urla di non mollare. Prendo un gel e le gambe ritrovano lo smalto perso qualche chilometro prima. Gli AC/DC in cuffia mi fanno volare per un altro paio di km, affronto un dolore allo stomaco e mi ritrovo su Viale della Repubblica dove inesorabilmente i miei sogni vengono distrutti dal sorpasso dei palloncini verdi con su scritto 4:30:00. Non importa, è la prima e ogni tempo sul display andrà bene. Non devo camminare, non voglio camminare e mi impegno a non farlo. 38 sono fatti. La testa non risponde più, il corpo tantomeno. Simone continua a urlare il mio nome. Credo di avere le allucinazioni quando vedo Mr100 (non iscritto in gara)che viene a prendermi. “Forza, Fabio è solo qualche minuto davanti a te”; non gli credo ma stingo i denti e proseguo in quella che non è più neanche una corsa. Sono a Treviso e il pubblico inizia a incitare e a chiamarmi per nome imboccato da Simone che per nulla stanco fa da gazzella avanti e indietro. 40 fatti. Cerco ora la sua spalla, ora la sua mano per aiutarmi ad andare avanti. Piango, sudore e lacrime si fondono sul mio viso. Manca poco; ultimo chilometro. Affrontiamo mano nella mano l’ultima curva a sinistra e mi lancio come una fionda correndo gli ultimi 195 metri a una velocità che non mi appartiene. Stringo i denti urlo e sbavo in modo animalesco, per aggredirla sottile linea gialla che determina la vittoria nei confronti di me stesso e della vita che a volte è stata dura,a volte generosa con me. Bacio l’asfalto appena un metro dopo il traguardo, piango di dolore e gioia con i miei tre figli che mi hanno ricorso negli ultimi metri di tappeto rosso. E bacio e ringrazio mio fratello con insulti e bestemmie perché noi ci vogliamo bene, a modo nostro. Trovo ora tanta gente che conosco, che è lì anche per me e ne sono strafelice. Le canotte azzurre Emmerunning si riuniscono per un abbraccio tra la felicità di alcuni e le mezze delusioni di altri. Ma ormai non importa più nulla, siamo tutti dei vincitori. Ce l’abbiamo fatta. Ce l’ho fatta. Corri via dal te stesso del passato per andare al te stesso del futuro. Nel presente corri.
Questa è la mia storia, da Quasirunner a Maratoneta!
10 MARZO 2015 Daniel Nordio